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Cos’è la pratica MOCA: tutte le normative e gli obblighi da sbrigare

 Tutte le aziende che si occupano della produzione di materiale che dovrà venire a contatto con degli alimenti (pensiamo ad esempio a piatti, bicchieri, posate di qualsiasi materiale, che sia vetro, ceramica o plastica; cartoni per pizza; sacchetti per il pane; pinze in metallo; taglieri; coppette per gelati etc.) hanno bisogno di creare un percorso anagrafico del settore MOCA. In pratica l’azienda dovrà comunicare all’Azienda Sanitaria Locale quali sono gli stabilimenti che eseguono tali lavorazioni. Come fare e quali sono gli obblighi da sbrigare? Vediamolo insieme.

Le normative che disciplinano i percorsi dei MOCA o FCM: ecco quali sono

Ma cosa si intende per MOCA o FCM, altro acronimo che ha a che fare con gli oggetti a contatto con i cibi? MOCA sta per “Materiale o Oggetto a Contatto con gli Alimenti”, mentre FCM vuol dire “Food Contact Materials”. Tali categorie sono state disciplinate da apposite leggi, sia europee che italiane. In Europa la normativa di riferimento è quella del Regolamento europeo n.1935/2004, mentre il documento italiano è il Decreto Legislativo n.29 del 10 febbraio 2017.

Cosa deve fare un’azienda MOCA per evitare le sanzioni amministrative

Abbiamo visto che qualsiasi azienda che produca oggetti che vengono a contatto con gli alimenti dovrà comunicare all’ASL competente l’elenco degli stabilimenti che eseguono tale produzione. Questa comunicazione è molto simile alla cosiddetta DIA alimentare, documentazione che le imprese dovranno inviare nel momento in cui si avvia un’attività di tipo alimentare. Come la DIA, anche la comunicazione MOCA va inviata al Suap, cioè allo Sportello Unico per le Attività Produttive del comune in cui l’azienda opera. Il modello del documento può essere scaricato sul sito web delle Camere di Commercio competenti. Successivamente il Suap trasmette il tutto all’ASL. Se si è già inviata una DIA, il certificato MOCA va ad integrare tutta la documentazione: pertanto non si può essere esenti da un ulteriore invio (DIA più MOCA). Chi non lo fa è soggetto ad una sanzione amministrativa che va dai 1.500 fino ai 9 mila euro.

Cosa si rischia se non viene inoltrata alcuna certificazione

Le aziende MOCA che non provvedono alla comunicazione della loro attività alle ASL tramite SUAP rischiano multe salatissime, come prevede il regime sanzionatorio del decreto legislativo 29 del 2017. Vediamo in sintesi cosa si rischia.

  • Se si produce o si immette sul mercato o si utilizza in qualunque fase della produzione, della trasformazione o della distribuzione materiali o oggetti, che trasferiscono ai prodotti alimentari componenti in quantità tale da costituire un pericolo per la salute umana, l’azienda che non effettua comunicazione è soggetta alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 10.000 ad 80.000 euro.
  • Se invece le sostanze contenute negli oggetti prodotti determinano una migrazione di sostanze sugli alimenti non pericolosa per la salute ma comunque considerevole, la multa va 7.500 ai 60.000 euro.
  • Quando le sostanze degli oggetti prodotti determinano invece un deterioramento dei cibi che vengono a contatto, la sanzione pecuniaria si attesta tra i 5.000 e i 27.000 euro.
  • Infine, le aziende che pubblicizzano i loro prodotti MOCA con etichette ingannevoli con modalità erronee rispetto ad un impiego sicuro da parte dei consumatori, pagheranno una sanzione tra i 1.500 e i 25 mila euro.

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